Legato al nome dell’illustre archeologo e studioso di storia romana e medievale Nino Lamboglia, il prestigioso Museo Navale Romano, sito all’interno di  Palazzo Peloso Cepolla, espone gli importanti reperti recuperati dal relitto della nave oneraria romana rinvenuta nei fondali dell'isola Gallinaria: vasellame, attrezzature navali, pedine da gioco, piccoli arnesi in piombo per la pesca oltre ad un centinaio di anfore vinarie, disposte come lo erano originariamente sulla loro nave, in un’apposita rastrelliera in legno che ne riproduce il “ventre”.

Orari e Biglietti

 

Nel Palazzo è ospitata anche la Collezione di vasi in ceramica savonese dell'antica Farmacia dell'Ospedale di Albenga, comprendente un centinaio di esemplari, dalla caratteristica decorazione bianco-blu, prodotti a Savona e ad Albissola tra il XVII e il XIX secolo. Altri reperti invece provengono dal relitto della nave romana di Diano Marina, tra i quali spiccano alcuni doliola, grandi contenitori in terracotta. Completa il percorso museale la mostra permanente “Preistoria in Val Pennavaira”. Il materiale esposto, copre un arco temporale di circa 15000 anni, durante i quali si sono succedute le culture dei gruppi di cacciatori, dei primi agricoltori-allevatori, per arrivare all’età dei metalli e alle soglie della storia.

La Nave Romana

Il relitto della Nave Romana di Albenga è il più famoso tra tutti quelli scoperti finora nel Mediterraneo occidentale, perchè su di esso sono stati effettuati, dal 1950, i primi lavori di recupero di anfore con l'intervento della nave "Artiglio", e i primi rilievi sistematici dei resti di una nave oneraria romana, destinata al trasporto delle merci. Essa si ritrova ad un miglio dalla costa, a 42 metri di profondità, dinanzi ad Albenga.

E' stata oggetto di tredici campagne di scavo subacqueo che hanno consentito di documentare gradualmente gli elementi del carico e le caratteristiche costruttive dello scafo. E' stato pure accertato che si tratta della più grande nave da trasporto romana conosciuta a tutt'oggi nel Mediterraneo, con un carico superiore alle 10.000 anfore, e quindi con una portata netta di 450/500 tonnellate. Le anfore contenevano vino proveniente dalla Campania destinato ai mercati della Francia meridionale e della Spagna. Insieme al vino veniva esportata la ceramica a vernice nera e altri tipi di vasellame.

Sono stati pure recuperati oggetti di uso personale dell'equipaggio e della scorta armata di bordo (elmi), quest'ultima necessaria per difendersi dai pirati che infestavano soprattutto le coste liguri. Tutti gli elementi raccolti permettono di datare il naufragio della Nave Romana di Albenga tra il 100 e il 90 a.C., momento che coincide con la concessione del diritto latino alle popolazioni liguri, con la romanizzazione della regione e con il conseguente sviluppo delle città.

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