La denominazione comunale di Origine (De.Co) è un riconoscimento che gli enti locali, i comuni, attribuiscono a quei prodotti agroalimentari e artigianali particolarmente caratteristici del proprio territorio, ritenuti in qualche modo “tipici” e legati storicamente al luogo. La De.Co., quindi, dimostra l’origine locale del prodotto, ne racconta e fissa la sua composizione e ne garantisce gli ingredienti ai produttori del territorio e ai consumatori; dona quindi un’identità riconosciuta a un prodotto territoriale locale promuovendolo e valorizzandolo.

Asparago violetto di Albenga

L’Asparago Violetto di Albenga, è una varietà particolarmente pregiata dell’Asparagus officinalis e le sue qualità sono legate al favorevole microclima e in particolare al terreno sabbioso della piana di Albenga, il territorio più vocato per la sua coltivazione. La sua origine si deve una selezione attenta e meticolosa da parte degli agricoltori albenganesi, che eliminarono le caratteristiche meno nobili come il gusto amaro e il diametro piccolo dei turioni, esaltando invece il colore viola intenso, il gusto delicato, la grande dimensione dei turioni.

L’asparago Violetto d’Albenga è una varietà unica al mondo. Le sue caratteristiche difatti sono profondamente legate al suo patrimonio genetico che ne preserva la purezza e ne garantisce inimitabilità: possedendo 40 cromosomi anziché 20 come tutti gli altri asparagi, il Violetto non può difatti, incrociarsi con altre varietà. E’ soprattutto in tavola che questa varietà porta doti esclusive. L’asparago Violetto di Albenga è particolarmente pregiato per la sua consistenza morbida e burrosa, per il suo il gusto deciso, ma delicato ed un po’ dolce e per lo scarso contenuto in fibra che permette di utilizzare anche la parte basale bianca del turione.

Carciofo spinoso di Albenga

E’ La varietà, coltivata e condizionata nella nostra città e in tutta la sua piana, sul litorale savonese e imperiese, conosciuta anche con il nome di “Violetto Spinoso di Albenga” o “Violetto grosso di Albenga” e come uno de ”i 4 di Albenga”; assieme alla zucchina Trombetta, al pomodoro Cuore di Bue e l’asparago Violetto, infatti , è diventato una produzione tipica della zona e uno dei principali simboli della città Ingauna.

Il carciofo Spinoso di Albenga è caratteristico per la consistenza delle brattee (foglie) interne, che sono eccezionalmente tenere, croccanti e dolci e tale caratteristica lo rende un importante ingrediente per diverse ricette. Il riferimento al colore viola non è casuale: è infatti impossibile confonderlo con altre specie del centro e sud Italia, oltre che per la forma conica del capolino, per le foglie esterne acquerellate di verde scuro con sfumature violacee e le spine giallastre che lo rendono facilmente individuabile rispetto ad altre varietà di carciofo.

Si può mangiare sia crudo che cotto. Meno fibroso e dal sapore più delicato rispetto al cugino sardo, si apprezza particolarmente da crudo in pinzimonio o in insalata, mentre da cotto si può impiegare per la preparazione di ottimi sughi e risotti, oppure per i ripieni di torte verdi e frittate.

Baxin

Nella Riviera ligure di Ponente è facile trovare un tipico dolce comunemente chiamato “bacio”, ma ad Albenga ne troviamo uno speciale che nulla a che vedere con tutti gli altri: il baxin, un biscotto secco dal sapore inconfondibile che ad oggi è considerato il dolce simbolo della città delle torri.

È un dolce molto antico, già in epoca settecentesca veniva prodotto e venduto dai monaci benedettini liguri. L'origine dei baxin si perde nel passato ed è interessante che siano frutto di una casualità, pare infatti siano nati da un errore di ricetta di un altro dolce simile, attorno appunto alla fine del Settecento e per questo difficilissima da imitare. La ricetta è stata poi tramandata e venduta varie volte. I baxin sono preparati con pochi ingredienti: non contengono né burro nè uova o conservanti ed è proprio la loro semplicità che li ha resi famosi.

Coniglio alla saleasca

Il coniglio è diventato uno dei piatti simbolo della tradizione gastronomica della Liguria. Le origini della ricetta sono strettamente legate alla cultura contadina di collina dell’entroterra ligure di Ponente, a cavallo soprattutto tra le province di Imperia e Savona. I profumi e i gusti della Liguria si fondono armonicamente in una ricetta antica, ma visto il grande successo che continua a riscuotere anche nei ristoranti più rinomati, verrebbe da dire che siamo di fronte ad una ricetta senza tempo.

Ed è proprio nell’entroterra albenganese, precisamente nella frazione di Salea, che questa ricetta si perfeziona diventando una vera e propria tradizione tramandata di generazione in generazione e diventando il piatto del pranzo della Domenica. Gli elementi caratteristici della ricetta del coniglio alla Saleasca sono il Pigato d’Albenga, vino caratteristico della zona, usato per sfumare la carne, l’utilizzo del Cognac, l’utilizzo soltanto di tre erbe aromatiche, del peperoncino, l’esclusione della cipolla ma, certamente, a fare la differenza è il metodo di cottura e la pentola che viene utilizzata che deve essere rigorosamente una casseruola di terracotta che veniva usata esclusivamente per il coniglio e veniva lavata, dopo l’uso,sciacquandola soltanto con dell’acqua.

Polpettone di Albenga

In quasi tutte le regioni d’Italia quando si dice “polpettone” si parla solitamente di un piatto a base di carne trita dalla forma cilindrica che viene servito caldo affettandolo al momento. In Liguria invece si è fatta strada una variante che ha ben poco a che fare con la versione classica a base di carne, una ricetta rustica, leggera e genuina a base di pochi, semplici ma sostanziosi ingredienti, frutto dell’ingegnosità dei contadini liguri che lo farcivano con quel poco che avevano in dispensa.

Ad Albenga la variante della classica ricetta è con la Zucchina Trombetta, un ortaggio tipico che viene coltivato esclusivamente nella nostra piana, che sostituisce i fagiolini. Oltre ad essere molto facile da preparare è ottimo come secondo piatto o contorno ed è molto buono a temperatura ambiente. Il polpettone Albenganese è un piatto della nostra tradizione contadina, un piatto povero, che gli stessi agricoltori albenganesi consumavano come ristoro durante il lavoro nei campi nelle giornate estive, dove coltivavano quelle stesse verdure che venivano poi utilizzate per cucinare il loro pranzo.