La basilica cemeteriale di San Calocero, situata sulle pendici del monte di S.Martino, presso il tracciato dell’antica via romana Iulia Augusta, costituisce una delle più antiche ed importanti testimonianze della diffusione del Cristianesimo ad Albenga e nel ponente ligure. Secondo la tradizione, Calocero, soldato di origine bresciana, convertito al culto cristiano sarebbe stato martirizzato presso l’antica foce del fiume Centa e quindi sepolto sulla collina del Monte, in un sito già precedentemente utilizzato come necropoli pagana. La presenza del corpo del martire ha fatto della zona un luogo di culto e già tra V e VI sec. si provvedeva ad edificare una chiesa, che sarà poi ampliata e portata a tre navate. Il complesso di San Calocero passò poi sotto il controllo del monastero della Gallinaria, come testimonia l’iscrizione dell’abate Marinaces, degli inizi dell’VIII secolo. Marinaces probabilmente riscoprì le reliquie del santo e provvide ad una nuova e più decorosa sistemazione delle stesse, all’interno di un ciborio o di una iconostasi di cui sono stati recuperati numerosi elementi, compresa l’iscrizione stessa.
Una nuova sistemazione delle ossa del martire, poste in una tomba di marmo sotto l’altare centrale, sarà eseguita dall’abate Giovanni di Diano nel 1286. Nel 1368 i benedettini cedettero l’intero complesso di San Calocero alla Diocesi di Albenga che lo destinò a sede delle monache Benedettine, cui più tardi si sostituiranno le Agostiniane e infine le Clarisse. Con il trasferimento in città di quest’ultime, e naturalmente delle reliquie, avvenuto nel 1593 per l’area inizia un lungo periodo di abbandono. I primi scavi archeologici, condotti da Nino Lamboglia, ebbero inizio nel 1934 e da allora numerose campagne si sono susseguite che hanno messo in evidenza le diverse fasi del complesso e l’utilizzo dei diversi vani individuati. Gli interventi più recenti hanno reso anche possibile l’accesso da parte del pubblico.